C’era una volta il Chianti...
Dobbiamo partire dal Medioevo per trovare le origini del territorio del chianti quando le due città Siena e Firenze lottavano tra sé per accaparrarsi questo territorio che solo dopo sarebbe diventato uno dei territori più noti al mondo. Il primo documento notarile in cui il nome Chianti appare riferito ad un vino, risale al 1398.
Fu proprio in quel periodo che nacquero castelli, roccheforti, badie e fu da allora che iniziò a svilupparsi la cultura della vite e dell’olivo.
Dopo tante battaglie arrivò la pace e poi la rinascita agraria con un legame a questa terra che si fece sempre più forte.
Il granduca di Toscana Cosimo III nel 1716 decise di stabilire i confini e scriverli in un documento. Tale estensione geografica nei secoli è cambiata ampliandosi molto.
Da questo momento il vino chianti acquista sempre più prestigio, tanto che due secoli dopo, nel 1924, 33 produttori decidono di unirsi per dare origine al primo consorzio per difendere il loro vino e ne scelgono il marchio “gallo nero” simbolo dell’antica Lega Militare del Chianti che comprendeva i paesi di Radda, Gaiole e Castellina.
Nel 1932 tale vino viene nominato “classico”, e il territorio del Chianti venne esteso ad altri territori toscani.
Quindi il Chianti fatto nella “zona di origine più antica” venne chiamato “classico” mentre quello esteso in altri territori limitrofi fu detto solo “chianti”. Divenendo quindi due denominazioni enologiche diverse.
Nel 1984 il chianti classico ottenne la DOCG (denominazione di origine controllata e garantita), per riconoscerne l’alto livello di qualità.
Il territorio odierno del Chianti classico comprende nelle sue terre i comuni di Gaiole, Castellina, Radda, Castellina e Greve per intero ed in parte, quelli di Barberino Val d’Elsa, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi, San Casciano Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa. In tutto 70.000 ettari, gli stessi definiti nel 1932, con altitudine compresa tra i 200 e gli 700 metri.
Esistono regole e parametri che devono essere rispettati per fare il chianti classico, ma questa è un’altra storia.
Come si fa il Chianti Classico
Per fare il chianti classico è necessario rispettare un disciplinare di produzione:
- Una delle regole principali prevede la presenza di Sangiovese un una percentuale cha va da un minimo di 80 fino al e 100%. È possibile aggiungere il 20% di altre uve a bacca rossa autoctone o internazionali. Prima del 2006 si poteva aggiungere anche uve a bacca bianca fino al un massimo del 6% Trebbiano e Malvasia, ma dopo tale data non sono più consentite,
- I vigneti devono entrano in produzione dopo il terzo anno con produzione del 60%, dal quarto anno possono arrivare fino ad un massimo di resa di 75 quintali a ettaro
- Tre tipologie: Chianti classico annata, riserva e gran selezione
- Gradazione alcolica minimo 12% per chianti classico annata e 12,5% per la riserva
- Chianti classico annata viene immesso in commercio del 1° ottobre dell’anno successivo alla vendemmia
- Chianti classico riserva deve avere almeno 2 anni di invecchiamento di cui almeno tre mesi di affinamento in bottiglia prima di essere messo in commercio
- Chianti classico gran selezione deve avere almeno 30 mesi di invecchiamento di cui almeno 3 mesi di affinamento in bottiglia, calcolati dal 1° gennaio dell’anno successivo alla vendemmia. Inoltre il contenuto alcolico deve essere almeno di 13%
- il marchio del gallo nero come contrassegno deve essere applicato obbligatoriamente su ogni bottiglia da tutti i produttori